Nata in Francia all’epoca di Napoleone, la Camera di Commercio è un “ente autonomo di diritto pubblico che svolge, nell’ambito della circoscrizione territoriale di competenza, funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese curandone lo sviluppo nell’ambito delle economie locali” (articolo 1 legge 580/93, legge di riordino delle Camere di Commercio).

Esistono due tipologie di Camere di Commercio: private e pubbliche. In Italia, così come in Francia, Germania, Spagna, vige la Camera di Commercio pubblica. Si tratta di un ente di secondo livello, costituito dallo Stato e alla quale le imprese sono obbligate ad aderire, lasciando una quota associativa molto simile a una tassa.

Le Camere di Commercio in Italia fanno capo alla Unioncamere – l’Unione italiana delle Camere di commercio industria, artigianato e agricoltura. Esso ha lo scopo di coordinare le singole camere, promuovere lo sviluppo economico e regolare le diverse imprese attraverso un registro.

Le Camere di Commercio sono composte da alcuni organi che hanno durata di cinque anni:

Le funzioni della Camera di Commercio possono distinguersi in tre principali categorie:

  1. Funzioni amministrative: Rientrano tutte le attività concerni la tenuta di registri, elenchi, albi e ruoli, gli adempimenti burocratici connessi, nonché la gestione di un completo e affidabile sistema di informazione commerciale;
  2. Funzioni promozionali: La Camera di Commercio ha funzioni promozionali volte a sostenere l’economia della provincia ed il sistema delle imprese. Ad esempio promozione di bandi per contributi alle imprese, le partecipazioni a società, consorzi, associazioni;
  3. Funzioni di regolazione del mercato: Funzioni quali l’istituzione di camere arbitrali, sportelli di conciliazione, la promozione di contratti tipo per categorie omogenee di attività, la partecipazione a conferenze di servizi, ecc.

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